La Storia del Festival

Il Festival nasce nell’estate del 1986, quando Giancarlo Calamai, musicista e appassionato di teatro ed ex presidente del teatro Metastasio di Prato, organizza una rassegna di musica nella bella struttura del Convento dell’Osservanza, poco distante dal paese. In quel periodo, il convento versava in uno stato di totale abbandono ed era in pericolo la stabilità dell’edificio stesso. Allo scopo di salvare questa preziosa struttura, Giancarlo Calamai e il Sindaco dell’epoca, Ivo Dei, decisero di programmare a Radicondoli una stagione di concerti e di spettacoli; nel 1987 fu realizzato il primo vero e proprio cartellone della rassegna: “Dal Medio Evo al Rinascimento – Storia, Arte e Cultura in Toscana”.

L’Associazione Culturale Radicondoli Arte

Da allora il Festival ha consolidato un’autonoma struttura organizzativa e, nel 1991 è stata costituita l’Associazione culturale Radicondoli Arte, che da allora in concerto con il Comune gestisce l’ attività del festival.
Il nucleo artistico, progettuale e organizzativo, fin dalla prima edizione, si è caratterizzato nella continuità: Giancarlo Calamai ha diretto la manifestazione dal 1986 al 1996; Nico Garrone, sceneggiatore e critico teatrale a lungo firma di Repubblica dal 1997 al 2009, anno della sua prematura scomparsa, ha diretto con sapienza e attenzione ai fermenti del teatro contemporaneo facendo diventare il Festival di Radicondoli una delle esperienze più interessanti del teatro italiano. Successivamente la direzione artistica è stata affidata per tre anni a Gabriele Rizza, giornalista e critico teatrale e Anna Giannelli ufficio stampa e collaboratrice di Garrone.

La nuova direzione artistica: Massimo Luconi

Dal 2012 il direttore artistico è il regista Massimo Luconi. Più volte guida artistica e organizzativa del Teatro Metastasio di Prato, porta avanti un progetto di Teatro d’Arte e di tradizione e nello stesso tempo dedica una grande attenzione alla drammaturgia contemporanea, ai nuovi linguaggi espressivi e alla creatività emergente, senza trascurare il legame con il territorio. Con la direzione di Luconi il Festival ha trovato una sua originale e definita connotazione, focalizzata alla ricerca della nuova drammaturgia sia italiana che straniera, cercando nuovi linguaggi e nuove modalità  espressive anche in rapporto agli spazi ambientali e ai fermenti dell’arte contemporanea.  

L’eredità e il territorio

Il Festival di Radicondoli possiede inoltre un grande patrimonio costituito dal suo archivio che raccoglie gli spettacoli dal 1987 ad oggi, e di materiale fotografico e video spesso inedito. Per valorizzare la memoria del teatro e documentarne l’attività per il trentesimo anniversario del festival, nel 2016, è stato stampato il volume “Radicondoli Festival 1986-2016. Un Festival lungo 30 anni” contenente foto e testimonianze di addetti ai lavori, critici e persone di Radicondoli con prefazione di Dacia Maraini.

Radicondoli Festival 1986-2016
un festival lungo 30 anni

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Nel prossimo triennio, si renderanno organici e fruibili una serie di materiali storici eterogenei e la prima tappa di questo processo è rappresentata da alcune  mostre fotografiche realizzate negli  ultimi anni con la collaborazione di associazioni e fotografi locali.

Carattere di continuità ha assunto anche il Premio Radicondoli per il teatro ( ex Premio Garrone che ha cambiato denominazione per volere della famiglia) che negli anni è diventato un appuntamento di rilievo nel panorama teatrale italiano. Si svolge durante il festival con una giornata di incontro e riflessione critica su tematiche di forte interesse; la giuria, presieduta da alcuni fra i più autorevoli critici italiani, (Sandro Avanzo, Claudia Cannella, Enrico Marcotti, Valeria Ottolenghi, Rossella Batisti) assegna un premio a un Maestro del teatro italiano e a un giovane critico che si è distinto per la capacità di analisi e per il talento letterario; ad anni alterni è  previsto anche un riconoscimento destinato a progetti e ad attività multidisciplinari.